Tempo di festival della canzone di Sanremo, ed ecco qui la nostra classifica dedicata ai successi della competizione canora più famosa d’Italia.
le cinque canzoni più belle del festival di SanRemo
In occasione della nuova edizione del Festival di Sanremo, pubblichiamo una classifica delle cinque migliori canzoni suonate nella storia del Festival.
le cinque canzoni più belle del festival di SanRemo: luce ad Est di Elisa
Luce (tramonti a nord est) è una canzone scritta da Elisa in collaborazione con Zucchero Fornaciari, con la quale la cantautrice ha vinto il Festival di Sanremo 2001. È il quarto e ultimo singolo estratto dall’album Asile’s World.
La canzone è stata giudicata e scelta come migliore del decennio 2001-2010 grazie al referendum “Dieci!” indetto da Rockol. In un sondaggio indetto dal sito HitParadeItalia.it il brano si è piazzato al terzo posto tra i cento migliori brani usciti negli anni duemila. Secondo un altro sondaggio, indetto dal Secolo XIX, il brano è stato eletto come il migliore sia fra i brani che hanno vinto Sanremo nel decennio 2000-2009, sia tra tutti i vincitori della storia del Festival.
le cinque canzoni più belle del festival di SanRemo: Vita Spericolata di Vasco Rossi
È una delle canzoni italiane più conosciute dai giovani ed è stata ripresa da numerosi artisti tra cui Francesco De Gregori che la inserì nel suo album Il bandito e il campione che vendette 500.000 copie e Massimo Ranieri nell’album Canto perché non so nuotare…da 40 anni. Anche Gino Paoli termina la sua Quattro amici con l’inciso di Vita spericolata, cantato per l’occasione dallo stesso Vasco.
Esiste anche una versione inglese della canzone cantata da Tullio Ferro, coautore di questa e di altre canzoni di Vasco Rossi e di Lucio Dalla.
Il brano, nella sua prima stesura, doveva essere dedicato ad una ragazza di nome Licia. Il riferimento al Roxy Bar è un omaggio ai versi di Che notte di Fred Buscaglione. L’ispirazione del testo venne a Vasco Rossi durante un pomeriggio piovoso a Cagliari, nelle ore precedenti a un concerto nell’estate del 1982. Il Roxy Bar accennato nella canzone fu il titolo di un famoso programma di Red Ronnie trasmesso negli anni novanta da Videomusic.
le cinque canzoni più belle del festival di SanRemo: Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno
Il testo di Nel blu, dipinto di blu – visionario volo poetico nell’azzurro che si fa più intenso – è stato scritto – parole del suo autore – nel giorno più nero della sua vita. Può suonare paradossale, ma è figlio di un incubo. La canzone, quindi, non è stata costruita a tavolino ma è stata generata da una reale visione onirica.
Franco Migliacci, talentuoso paroliere degli anni cinquanta-sessanta, ha raccontato senza giri di parole come gli è venuta l’ispirazione per il testo di questa canzone che, va detto, solo in un secondo tempo trovò una sua forma compiuta in grado di farla trionfare al festival sanremese del 1958 e di farne un esempio da portare in giro per il mondo a rappresentare il made in Italy in campo musicale.
Ha detto Migliacci «Capii subito che avevo scritto qualcosa di importante […] quando si scrive una canzone, specialmente una canzone d’amore, questa riesce più bella, ha più sapore, se l’autore soffre d’amore.»
Nel giorno in cui la compose – ha ricordato l’autore con malcelata nostalgia – soffriva l”iraddidio”. Quanto bastava per fornirgli la chiave di volta di una canzone in grado di apparire a distanza di tempo – all’autore medesimo, ma anche a numerosi appassionati di musica leggera – unica e dal sapore favoloso.
le cinque canzoni più belle del festival di SanRemo: 4-3-1943 di Lucio Dalla
l brano racconta la storia di una ragazza madre che ha un figlio con un soldato alleato. Il brano, prima di essere ammesso al Festival di Sanremo, era stato oggetto di modifiche da parte della censura. In un primo tempo il titolo del brano era Gesubambino, ma fu giudicato irrispettoso, per cui il maestro Ruggero Cini l’aveva sostituito con la data di nascita del cantautore che era, appunto, il 4 marzo 1943. Anche alcune parti del testo furono giudicate inadeguate. La frase “mi riconobbe subito proprio l’ultimo mese” diventò “mi aspettò come un dono d’amore fino dal primo mese”, mentre “giocava alla Madonna con il bimbo da fasciare” venne cambiata in “giocava a far la donna con il bimbo da fasciare”. Infine la frase che concludeva il brano: “e anche adesso che bestemmio e bevo vino, per ladri e puttane sono Gesù Bambino” fu modificata con questa: “e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino”. Il brano ottenne, comunque, un successo notevole.
L’autrice del testo Paola Pallottino in un’intervista all’Avvenire aveva spiegato che Gesubambino voleva essere un suo ideale risarcimento a Lucio perché era rimasto orfano dall’età di 7 anni. Dalla cantò per la prima volta nell’agosto 1970 il brano, dal vivo, a Paola (provincia di Cosenza), dove sua mamma aveva lavorato nell’immediato dopoguerra, nell’ambito del “ferragosto del Tirreno” e successivamente, nel dicembre dello stesso anno al teatro Duse di Bologna: i discografici della RCA l’apprezzarono al punto che decisero di portarla a Sanremo.
Il riscontro commerciale del brano fu notevole, raggiunse infatti la prima posizione nella hit parade italiana e vi rimase per 3 settimane.
le cinque canzoni più belle del festival di SanRemo: Almeno tu nell’universo di Mia Martini
Almeno tu nell’universo fu scritto da Bruno Lauzi (testi) e Maurizio Fabrizio (musica) nel 1972 (nella stessa settimana di Piccolo uomo). Depositato soltanto nel 1979, rimase inedito a lungo, in quanto Lauzi desiderava che a cantarlo per primo fosse proprio Mimì. Nel 1989, quando la ricerca del punto di riferimento era divenuta una tematica più sentita rispetto ai decenni precedenti, la canzone fu infine ripescata e incisa da Mia Martini, che la presentò al Festival di Sanremo di quell’anno, ottenendo il Premio della Critica e una gran quantità di apprezzamenti da parte del pubblico. Nonostante ciò, si classifica solo in 9ª posizione.